Paroles de A Casa A Piedi
La coscienza a pezzidietro occhiali scuri
vi conosco, mascherine
per alzare i prezzi
fate i finti duri
e poi giù a piangere sulle rovine
ogni estate il Nilo
sciacqua in queste tane
la macaia dei miei dì canini
ogni notte il sole
se ne va a puttane
dietro il disco rosso del Martini
Dopo mezzanotte
vengon tutti a galla
i rottambuli tristani
fanno giusto un salto
al new Wahalla
che c'ha i videogiochi wagneriani
e beati loro
non lo sentono il coro
che mi arriva fino al quinto piano
ed è uno scrash di gatti
copulando a scatti
sussurrando questo jingle suburbano
di nome Ivonne
cento chili di idolo abissino
in odor di sfratto
con l'occhione sfatto
sputa colpe, simonie, misfatti
lei l'accoglie in silenzio
sorseggiano assenzio
nella stanza che è un metrò di gatti
lui le dice: "Ingiusta"
poi le dà la frusta
e si toglie il pigiamino blu
gatto a nove code
suonagliele sode
fino al canto amico del cucù
come sempre, dopo,
quando tutto è finito
casto bacio alla sacerdotessa
vaga senza scopo
come chi ha capito
quindi tocca il culo
a un'altra vigilessa
e in un'ombra d'ambra
nel tinello afghano
lady Astarte, spacco da dea,
scioglie un reggicalze
dentro a un talismano
scioglie l'hascish nella cremidea
son venuto qui alla tua terra irrigua
in ginocchio a chiederti un responso
ho risposto sì
a una Sibilla ambigua
col Decimonono come sponsor
che diceva:
"Dea astrale, solo dì feriale,
quattro salti nei quartieri alti,
offre i suoi viatici
a giovani simpatici
che han voglia di far quattro salti"
Non lasciarmi qui
senza i soldi del taxi
questa notte non ha più rimedi
son fottuto, a pezzi
e c'è sciopero dei mezzi
non vorrei tornare a casa,
a casa a piedi
(Grazie a Luca Salvo per questo testo)
sciacqua in queste tane
la macaia dei miei dì canini
ogni notte il sole
se ne va a puttane
dietro il disco rosso del Martini
Dopo mezzanotte
vengon tutti a galla
i rottambuli tristani
fanno giusto un salto
al new Wahalla
che c'ha i videogiochi wagneriani
e beati loro
non lo sentono il coro
che mi arriva fino al quinto piano
ed è uno scrash di gatti
copulando a scatti
sussurrando questo jingle suburbano
di nome Ivonne
cento chili di idolo abissino
in odor di sfratto
con l'occhione sfatto
sputa colpe, simonie, misfatti
lei l'accoglie in silenzio
sorseggiano assenzio
nella stanza che è un metrò di gatti
lui le dice: "Ingiusta"
poi le dà la frusta
e si toglie il pigiamino blu
gatto a nove code
suonagliele sode
fino al canto amico del cucù
come sempre, dopo,
quando tutto è finito
casto bacio alla sacerdotessa
vaga senza scopo
come chi ha capito
quindi tocca il culo
a un'altra vigilessa
e in un'ombra d'ambra
nel tinello afghano
lady Astarte, spacco da dea,
scioglie un reggicalze
dentro a un talismano
scioglie l'hascish nella cremidea
son venuto qui alla tua terra irrigua
in ginocchio a chiederti un responso
ho risposto sì
a una Sibilla ambigua
col Decimonono come sponsor
che diceva:
"Dea astrale, solo dì feriale,
quattro salti nei quartieri alti,
offre i suoi viatici
a giovani simpatici
che han voglia di far quattro salti"
Non lasciarmi qui
senza i soldi del taxi
questa notte non ha più rimedi
son fottuto, a pezzi
e c'è sciopero dei mezzi
non vorrei tornare a casa,
a casa a piedi
(Grazie a Luca Salvo per questo testo)
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